Sunday 3 June 2012


Quale informazione?
Quali parole usare verso chi ha il dovere di informarci è invece sembra aizzare il fuoco del sentimento popolare: scritte come vergogna, foto in primo piano, sentenze già pronuncia a mezzo stampa, pentiti (pentiti???) trattati come la verità assoluta. E poi la piazza, cioè noi con i nostri commenti, scritti e a parole, al lavoro o casa, sembriamo lupi pronti a sbranarci l'uno contro l'altro per un osso che viene tenuto con spregiudicata sapienza (??) in mano ai professionisti dell'informazione.

Nessuna remora, nessun punto di domanda, nessuna titubanza, da parte di questi signori. Ognuno delle persone coinvolte, a giudizio avvenuto sportivo e penale, saranno comunque colpevoli, perchè colpevoli sono diventati agli occhi della pubblica opinione. Calciopoli (o meglio Farsopoli) insegna, ma prima ancora altri scandali italiani.

Siamo il paese dei colpevolisti e innocentisti a secondo del titolo in prima pagina. Finire nel tritacarne dei media è, in Italia, già una condanna. Ma si può vivere in paese così? Dove nulla è chiaro, dove la prima cosa di cui devi preoccuparti è che qualcuno non si faccia pentito e ti mandi giù dritto nell'inferno dell'infamia. I processi vanno fatti, i fatti però vanno circostanziati e verificati, tutti. Sia quelli a carico che a discarico delle persone coinvolte.

A volte, molto spesso, penso che il godere delle disgrazie altrui, serva a nascondere le nostra misera quotidianità. E' come per quei esagitati della vita che vanno allo stadio a sfogarsi. La stessa cosa.
Ma si rendono conto lor signori, che dietro quelle foto sbattute in prima pagina, con articoli puntuti e acidi, ci sono intere famiglie. Si è vero che qualcuno dei coinvolti poteva pensarci prima, giusto: ma siamo o non siamo uno stato di diritto. Vale ancora per noi, per il nostro paese l'affermazione: "fino a prova contraria!".
Da quando la gogna mediatica ha sostituito le aule di tribunale, da quando è diventata il surrogato dell'accusa. Da quando?

La mia amarezza non è per una squadra piuttosto che per un'altra, la mia amarezza è per il mio paese. Per quello che potevamo essere e non siamo stati. Auguro a tutti quelli coinvolti la migliore difesa possibile: se saranno colpevoli paghino e basta.
Ma se saranno innocenti, per un qualsiasi motivo, allora io da italiano,ITALIANO, adesso mentre tutti urlano "colpevoli" chiedo scusa a loro, perchè per sempre saranno marchiati, loro malgrado.Ciao a tutti.